Cesare Brancadoro

cesare brancadoroLa famiglia Brancadoro vanta un Cardinale, Cesare Brancadoro, che qui ebbe la sua residenza.
Nato a Fermo il 28 agosto 1755 era figlio del conte Giuseppe Brancadoro.
Seguì la carriera ecclesiastica e fu arciprete a Fermo. Passato a Roma divenne prefetto della biblioteca del Papa Pio VI. Nel 1789 fu nominato arcivescovo titolare di Nisibi; ricevette la consacrazione episcopale il 25 luglio 1790 per l’imposizione delle mani dell’arcivescovo Andrea Antonio Silverio Minucci. Nel 1792 fu nominato nunzio apostolico in Belgio, nel 1795 vicario della basilica vaticana del cardinale duca di York, Enrico Benedetto Stuart, e nel 1797 segretario della Congregazione de Propaganda Fide.
L’11 agosto del 1800 fu nominato vescovo di Orvieto (dove ebbe come vicario generale l’erudito Giuseppe Colucci) e nel 1803 arcivescovo di Fermo.
Nel concistoro del 23 febbraio 1801 fu elevato a Cardinale Protopresbitero dal Papa Pio VII, con il titolo cardinalizio di San Girolamo dei Croati. Dal 1820 ebbe il titolo di Sant’Agostino. Partecipò al conclave del 1823 che elesse Papa Leone XII.
Fece edificare nell’arcidiocesi di Fermo la chiesa dell’Annunziata a Porto Sant’Elpidio (1823) ed eresse la propria residenza con un palazzo a Sant’Elpidio a Mare, dove gli è stata intitolata una piazza.
All’interno della curia pontificia fu parte del “partito degli intransigenti” che si proponevano di difendere il primato papale. Nel 1798, con l’avvento della Repubblica romana, nella sua qualità di segretario della congregazione de Propaganda Fide, aveva tentato di ripristinarne le attività da Fermo e da Parma, creando un conflitto di attribuzioni con Stefano Borgia, nominato dal Papa Pro-prefetto nel 1799.
Morì nell’arcidiocesi di Fermo il 12 settembre 1837 all’età di 82 anni.